“Omiche”, le speciali amiche della pelle
La biologia molecolare ed i suoi grandi passi in avanti potrebbero presto cambiare il modo di realizzare prodotti cosmetici: la e tante altre “omiche” sono insight decisamente da non trascurare. Ma di cosa si tratta e come possono intervenire tali scienze nella cura della pelle?
Il termine “Omiche”, altro non è che un neologismo atto ad indicare in un unico insieme tutte le numerose discipline biomolecolari che presentano il suffisso “-omica”: in materia di skincare queste aiutano a realizzare cosmetici sempre più personali e personalizzabili. Se ne è parlato in un convegno di esperti presso la Induchem Companies, società improntata non a caso sull’ingeneria cosmetica. Ecco cosa ne è emerso:
Il DNA è un elemento fondamentale per analizzare e prevedere la salute di un individuo, la sua longevità, come invecchierà, lui e prima ancora le sue cellule: la genomica sta offrendo importanti risultati circa i marcatori genetici delle malattie, e non poca è l’attenzione anche della cosmetica in tal senso. I geni non sono però gli unici a darci certe informazioni: un fattore spesso sottovalutato è il “microbioma” umano ovvero quell’infinito numero di microbi, procarioti, eucarioti, virus e batteri che e albergano essenzialmente sulla nostra cute ed in minor parte all’interno del nostro organismo: aiutano la digestione o danno vita a infezioni intestinali, generano vitamine, ecc., intervengono cioè attivamente a modificare lo status quo in cui vivono stimolati dall’ambiente circostante. Pensate come questo possa accadere anche per la cute (che contiene il maggior numero di microbioti umani): potrebbero essere individuati fattori determinanti in caso di dermatite o invecchiamento cutaneo. A studiare questo rapporto tra ambiente e microbi ci pensa la metagenomica.
Di particolare rilievo poi, secondo gli esperti, la proteomica, ovvero la scienza che studia le proteine e la loro azione sull’organismo, così come la metabolomica che invece osserva l’azione degli enzimi (oltre 75.000 diversi finora identificati nel corpo umano), capaci di alterare la chimica dei sistemi biologici.
Certamente allo stato attuale delle cose tali scienze hanno un’applicazione limitata in materia di prodotti per la cura e l’igiene della persona, ma interessanti sono le prospettive ad esempio nel campo di prodotti idratanti.
Creme, docciaschiuma, make-up, detergenti, eccetera, tanti cosmetici all’insegna della corretta ed adeguata idratazione, in cui potrebbe giocare in futuro un ruolo determinante la lipidomica, ovvero la scienza biologica che studia i percorsi e le reti cellulari dei lipidi.
Molte aziende utilizzano già nella produzione di prodotti per la cura del corpo e la bellezza ceramidi biomimetici con lo scopo di aumentare l’idratazione della pelle: più del 90% dei cosmetici con ceramidi hanno questa capacità. Tra gli esempi troviamo l’olio corpo all’Argan di OGX e la linea CeraVe: studiare la genomica può aiutare a creare cosmetici che stimolino la produzione naturale di ceramide da parte dell’organismo.
Individuare ingredienti e formulazioni di questo tipo può portare ad una cura della pelle più mirata, specifica per il consumatore, e non necessariamente legata alla stagionalità o all’ambiente (grazie alla conoscenza e manipolazione di enzimi, proteine e microbi).
Un’altro esempio pratico di come la cosmetica si può avvalere delle “omiche” è quello dell’azienda IOMA che offre attraverso i rivenditori dei test per la diagnostica del tipo di pelle al fine della scelta del giusto prodotto. Lo stesso avviene con la Codage skincare, SkinDNA e SkinShift (che partono dall’analisi di un tampone effettuato su una guancia) o GENEU (che offre un test del DNA).
I test genetici o microbiologici stanno diventando sempre più semplici ed economici da realizzare. E’ facile pensare come i grandi marchi (e poi mano a mano tutti) a breve inizieranno a sfruttarne le potenzialità aggiungendo servizi e prodotti innovativi per la propria clientela.
I progressi nella proteomica potrebbero ad esempio rafforzare la protezione contro l’esposizione ai raggi UV e l’inquinamento atmosferico contrastando le reazioni chimiche che avvengono sulla pelle in caso di queste aggressioni ambientali, trend questo, al quale stanno già puntando molti marchi. Attenzione dunque, il futuro è dietro l’angolo!